4 - Il metodo RWR


Intro al metodo RWR (Run-Walk-Run)

Come puoi dedurre dal nome del metodo, l’autore propone (come azione principale per prevenire infortuni e migliorare le performance su lunghe e medie distanze), di inserire un po’ di secondi di camminata dopo qualche minuto di corsa.

Autore:

Jeff Galloway: atleta olimpionico (Monaco ’72), famoso running coach (da un po’ di tempo anche Garmin coach) e autore di numerosi libri sulla corsa

Libri di riferimento:

Per il corso ho utilizzato: “Il metodo run-walk-run” (per chi vuole iniziare) e “Il libro completo della maratona” (per chi punta alle lunghe distanze)


Le azioni da compiere secondo il metodo RWR

Le azioni collegate alla tua attività di corsa, che devi compiere consapevolmente allo scopo di prevenire gli infortuni e migliorare le performance su lunghe e medie distanze, sono 2 (entrambe estremamente semplici):

  • la prima, la più importante, è inserire (con una strategia predefinita) della pause di camminata nelle tue corse
  • la seconda è ritornare ad uno stile di corsa più istintivo e naturale

La prima azione (cioè la strategia per applicare correttamente le pause di camminata nella tua corsa) la descrivo nelle prossime lezioni mentre la seconda la vediamo nella lezione intitolata Come correre e camminare.


Vantaggi del metodo

Il primo vantaggio è la semplicità. Infatti perché funzioni basta inserire (con una strategia predefinita) qualche secondo di camminata dopo alcuni minuti di corsa.

Gli altri vantaggi, rispetto alla corsa tradizionale (cioè senza soluzione di continuità), sono:

  1. risparmio di energia (corri più a lungo, più distante e riduci il rischio di scontrarti col fatidico “muro” del maratoneta)
  2. risparmio di risorse muscolari (meno fatica, meno infortuni, meno necessità di riposo tra una corsa e l’altra)
  3. maggiore resistenza alla fatica (è un salvagente per non arrendersi. Quando corri e sei al limite puoi dirti: ancora qualche minuto e poi mi posso riposare un poco…)

Antenati e corsa

Ne Il metodo Run-Walk-Run Galloway ci dice che, secondo alcuni antropologi, l’uomo non sia stato originariamente concepito per correre in modo continuo su lunghe distanze. Era una questione di sopravvivenza: doveva spostarsi e cacciare salvaguardando il proprio corpo e risparmiando energia.

Per questo sviluppò schemi di movimento il più efficienti possibile. E la corsa non fa parte di questa categoria.

La corsa richiede un dispendio più rapido di riserve energetiche e risorse muscolari. Si deve sollevare il peso corporeo a ogni passo e assorbire l’impatto dell’atterraggio, e questo determina una maggiore richiesta di energia e di irritazione del sistema ortopedico, rispetto alla camminata.

Per questo motivo veniva usata per scatti brevi: per allontanarsi dai predatori, per evitare ostacoli o per tenere il passo degli animali da inseguire.

Il movimento di camminata, invece, sfrutta la quantità di moto in modo molto efficiente grazie alla biomeccanica che si è adattata ed evoluta in migliaia di anni. Ciò vuol dire che, camminando, possiamo percorrere lunghe distanze consumando poca energia e evitando di accumulare uno stress eccessivo nei punti deboli del nostro sistema ortopedico.

Quindi possiamo dedurre che in taluni casi (come ad esempio la caccia) lo schema più efficace fosse la fusione dei 2 movimenti: la corsa per essere più veloce e la camminata per risparmiare energia e muscoli.


Anche i maratoneti lo fanno

Anche i maratoneti d’elite adottano (e hanno adottato) intervalli al passo nelle loro gare.

Ne Il libro completo della maratona Galloway riporta che:

  • gli antichi messaggeri greci (emerodromi), come il famoso Fidippide (o Filippide), percorrevano regolarmente distanze di oltre 100 km al giorno, camminando e correndo
  • le cronache della maratona olimpica del 1896 raccontano che tutti i concorrenti, compreso il vincitore Spiros Louis, camminarono per periodi abbastanza lunghi
  • il grande campione americano Bill Rodgers ha dichiarato che, durante le sue maratone vittoriose di Boston e New York, ai ristori camminava (per bere l’acqua) e questo non gli ha impedito di vincere
  • Fabian Roncero, per conservare le proprie forze, percorse parecchi tratti al passo durante la maratona di Rotterdam del 1998 (vinta in 2:07:26)


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